La gnatologia studia e cura le patologie a carico del sistema cranio-cervico-mandibolare. In particolare si rivolge ai disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare, cioè quella che permette di aprire e chiudere la bocca.
Fra questi, il più noto – ma non l’unico! – è il bruxismo del sonno o della veglia. Il suo sintomo più noto è il digrignamento dei denti, associato all’abitudine di tenere in tensione i muscoli masticatori.
A livello dentale, la principale conseguenza è un danno alla superficie dei denti. Questi, slittando uno sull’altro, possono infatti limarsi o scheggiarsi. In più, l’attività di digrignamento e la tensione dei muscoli può dare dolori mandibolari o nell’area del viso di diversa entità.
La visita gnatologica serve a capire se i fastidi accusati dal paziente sono collegati a una malocclusione, quindi a un’errata chiusura delle arcate dentali. Quando si parla di fastidi, pensiamo a:
La visita è fondamentale per individuare in modo accurato il reale rapporto di funzionamento tra mandibola e cranio. Il trattamento corrispettivo mira a ripristinare le funzioni dei muscoli masticatori e dell’articolazione temporo-mandibolare tramite dispositivi intraorali rimovibili (bite), terapia fisica e comportamentale.
Il serramento mandibolare e l’attività di digrignamento sono infatti spesso collegati a uno stato di tensione psicologica che va al di là del semplice problema dentale. Il danno materiale ai denti non è che una spiacevole conseguenza.